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Il “Dottor Rame”

one year ago

Niall Sexton, Investment Manager

Niall Sexton,
Investment Manager, Architas

Il “Dottor Rame”

L’andamento del prezzo del rame è da tempo considerato un utile indicatore dello stato dell’economia globale. Per questo metallo industriale è stato uno splendido avvio di 2023: a gennaio i suoi futures statunitensi hanno segnato il miglior andamento degli ultimi vent’anni. E adesso? I problemi di fornitura potrebbero spingere il prezzo verso l’alto, in quanto la produzione non tiene il passo con la domanda poiché le società minerarie danno la priorità ai ricavi. Anche la domanda cinese, l’indebolimento del dollaro e la transizione energetica potrebbero sostenerne il prezzo. 

Perché il rame?

È uno dei primi metalli estratti e utilizzati dall’uomo e si presta a un’ampia gamma di applicazioni. Grazie alla sua elevata efficienza energetica, circa il 60% della produzione mondiale di rame (21 milioni di tonnellate nel 2021) è utilizzato in applicazioni elettriche, come la generazione e la trasmissione di energia. Geograficamente, l’estrazione del minerale di rame presenta una concentrazione elevatissima, molto superiore – per esempio – a quella del petrolio. Il Cile è il principale fornitore mondiale di minerale di rame e copre il 27% della produzione globale, mentre il Perù fornisce un ulteriore 10%. Un altro grande produttore nonché maggior consumatore al mondo di questa materia prima è la Cina, dove avviene la raffinazione di oltre la metà del prodotto finale. 

Un utile indicatore per l’economia globale

Alcuni investitori ritengono che le molteplici applicazioni del rame lo rendano un utile indicatore previsionale della domanda industriale globale e dello stato di salute dell’economia mondiale, da cui il soprannome di “Dottor Rame”. La realtà è più complessa. Benché il rame si presti ad alcune applicazioni uniche e in espansione, tutti i prezzi delle materie prime riflettono l’interazione tra l’offerta (sia la produzione che le scorte) e la domanda. Le attuali dinamiche di mercato del rame sono il risultato del ricordo da parte delle società minerarie della “crisi” seguita al “boom” dei mercati delle materie prime a metà degli anni 2000. Fino a poco tempo fa, molte società minerarie hanno preferito massimizzare i rendimenti delle miniere esistenti, inducendo a sottoinvestire sia nelle nuove miniere che nelle attività di esplorazione. Questo approccio ha premiato gli azionisti ma, al tempo stesso, rischia di creare una carenza, non solo di rame ma anche di altri materiali e materie prime utilizzati per le energie rinnovabili - come il litio e il cobalto. Le nuove miniere di rame richiedono un tempo di sviluppo di 20 anni e, com’è intuibile, non è facile aumentare significativamente la spesa in una fase dominata dai timori crescenti di una recessione, tassi di interesse più elevati e contesto ambientale più ostile a un’espansione delle attività minerarie.

La domanda è destinata a crescere fortemente, ma perché?

Secondo uno studio di S&P Global, la domanda di rame dovrebbe raddoppiare fino a raggiungere i 50 milioni di tonnellate (mmt) nel decennio che porta al 2035. Circa la metà di questa cifra deriva dal contributo che il rame fornirà ai piani di transizione energetica, con le sue applicazioni nei veicoli elettrici (VE), nelle energie rinnovabili e nelle infrastrutture elettriche. Anche i mercati finali di transizione non energetici, come le comunicazioni, l’elaborazione e l’archiviazione dei dati, richiederanno un maggiore utilizzo del rame. La domanda cinese resterà elevata. Oltre al fabbisogno in applicazioni più tradizionali, come l’industria manifatturiera e l’edilizia, questo paese registra un’esposizione notevolmente estesa alle tecnologie di transizione energetica, come le celle solari fotovoltaiche (PV) globali. È anche il più grande mercato al mondo per i veicoli elettrici. Anche l’impegno della Cina per raggiungere la neutralità delle emissioni di carbonio entro il 2060 e gli obiettivi dell’ultimo piano strategico quinquennale sosterranno la domanda interna di rame.

Gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa collocano quest’area al secondo posto per consumi di rame, ma anche negli Stati Uniti i fattori di attrazione crescono, grazie all’Inflation Reduction Act che persegue l’impiego di elettricità pulita e stimola la domanda di veicoli elettrici.

Architas view

Il nostro punto di vista

Esistono diversi fattori che potrebbero favorire la volatilità dei prezzi del rame nel breve periodo, come le minori aspettative di crescita globale e le conseguenze della recente crisi bancaria. Tuttavia, il quadro a lungo termine è dominato dai problemi di fornitura. Le nuove miniere di rame non reggono il passo con la velocità di espansione della domanda ascrivibile in gran parte alla transizione energetica, che potrebbe ridurre la tradizionale ciclicità della domanda di rame, per esempio quando si ridimensionano le aspettative di crescita.

Il prezzo del rame ha recuperato terreno dal novembre 2022. Se la Federal Reserve (Fed) statunitense dovesse rallentare o addirittura sospendere il suo ciclo di stretta sui tassi, la conseguente debolezza del dollaro statunitense renderebbe il rame e le altre materie prime più a buon mercato per i compratori in altre valute. Un ulteriore sostegno potrebbe venire dal ritardo dell’offerta rispetto alla domanda e dalle scorte fisiche di magazzino ai minimi pluriennali.

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