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È il momento di investire in obbligazioni?

one year ago

Niall McDonnell, Senior Investment Manager

Niall McDonnell,
Senior Investment Manager, Architas

È il momento di investire in obbligazioni? 

Negli ultimi due anni gli obbligazionisti hanno vissuto un periodo difficile: per i titoli a reddito fisso, infatti, il 2022 è stato il secondo anno consecutivo di rendimenti negativi. La correzione prolungata, però, potrebbe aver reso di nuovo interessante questo universo, che magari si appresta a riconquistare il suo ruolo tradizionale e ad offrire sia reddito che diversificazione. È il momento di considerare nuovamente le obbligazioni?

Banche centrali colte di sorpresa

L’inflazione ha iniziato a salire gradualmente verso la fine del 2021. Con la ripresa dell’economia globale dopo la pandemia, le famiglie hanno iniziato a spendere il denaro accumulato durante i lockdown. Insieme alla domanda sono aumentati anche i prezzi, in parte a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento e della carenza di manodopera. Le banche centrali ne hanno preso atto, ritenendo tuttavia che si trattasse di un ciclo temporaneo.

L’invasione russa dell’Ucraina all’inizio del 2022 ha aggiunto benzina al fuoco dell’inflazione provocando il più grande shock dei prezzi delle materie prime dagli anni Settanta. L’inflazione si è impennata ma, date le prospettive economiche tanto incerte, le banche centrali hanno reagito con lentezza ed esitato ad aumentare i tassi. Il Regno Unito è stato il primo paese del G7 ad alzare i tassi nel dicembre 2021, seguito a distanza di tre mesi dalla stretta monetaria della Federal Reserve (Fed) statunitense e, solo nel luglio 2022, dall’azione della Banca centrale europea. Tuttavia, una volta iniziato il ciclo rialzista, i tassi si sono mossi molto rapidamente, mentre le banche centrali si affannavano per anticipare la curva e smorzare le aspettative di inflazione futura.

La fine di un’epoca

I prezzi delle obbligazioni dovevano archiviare l’era dei costi di finanziamento ultrabassi ovvero, detto altrimenti, i rendimenti negativi delle obbligazioni erano difficilmente sostenibili nel lungo periodo. A cogliere di sorpresa gli investitori è stata però la velocità dei rialzi. Tra marzo e novembre la Fed statunitense ha aumentato i tassi di 375 punti base, rendendo questo ciclo di rialzi uno dei più aggressivi mai visti. I prezzi delle obbligazioni sono scesi, mentre i loro rendimenti sono aumentati per riflettere le aspettative di rialzo dei tassi d’interesse.

E la correzione non ha riguardato unicamente i mercati obbligazionari. La corsa dei costi di finanziamento ha innervosito anche i listini azionari e in particolare le società orientate alla crescita, che in molti casi hanno conosciuto solo la stagione dei tassi d’interesse bassissimi. Ora devono adattarsi a un modello di business in cui il valore dei loro guadagni futuri è compromesso dall’aumento dei tassi. Questo calo simultaneo dei prezzi di azioni e obbligazioni è inusuale. Solitamente, infatti, le due classi di attivi sono correlate negativamente, ovvero al salire dell’una l’altra scende.

Le obbligazioni tornano a splendere? 

La pesante flessione registrata dalle obbligazioni nel 2022 è stata universale, cioè con poche differenze fra settori e merito creditizio. Potrebbe essere un’occasione d’oro per investire in attività che presentano valutazioni interessanti e solidi fondamentali. A metà ottobre il rendimento dei Treasury USA a 10 anni ha segnato un picco superiore al 4,2%, che equivale ad un aumento di circa 325 punti base rispetto ai rendimenti di inizio 2021 e al livello massimo dal 2007. Anche i mercati del credito sono stati colpiti duramente: i rendimenti sono tornati a livelli che non si registravano dall’apice della pandemia, mentre i prezzi sono scesi. A ottobre, l’universo delle obbligazioni high yield ha raggiunto un rendimento del 9,5% negli Stati Uniti e di oltre l’8% in Europa.

Nelle ultime settimane l’aumento dei prezzi al consumo e dei prezzi alla produzione ha iniziato ad attenuarsi, facendo sperare che il picco dell’inflazione sia stato raggiunto. La Fed ha indicato come probabile una riduzione del ritmo di revisioni positive dei tassi ma, come ha puntualizzato il presidente della Fed Jay Powell, al fine di riportare l’inflazione all’obiettivo del 2% i tassi dovranno mantenersi “più alti per più tempo”. Anche se la discesa dei tassi non è ancora realtà, gli investitori guarderanno oltre le notizie attuali e inizieranno ad anticipare gli sviluppi futuri con largo anticipo. Quando lo faranno, le sorti delle obbligazioni potrebbero tornare a volgere in senso molto positivo.

 
Architas view

Il nostro punto di vista

Dopo anni di rendimenti bassissimi o negativi, le obbligazioni prezzano ora sensibili rialzi dei tassi d’interesse. Di riflesso, i loro rendimenti hanno recuperato livelli interessanti e possono conseguentemente tornare ad attrarre gli investitori alla ricerca di reddito, anche se la diversificazione rimane importante per spalmare il rischio di credito. Nell’ambito di un portafoglio multi-asset, le obbligazioni sono anche in grado di offrire protezione da una pesante correzione dei listini azionari. Una forte recessione potrebbe pesare sulle quotazioni azionarie, ma contribuirebbe anche a contenere l’inflazione, comprimendo i rendimenti delle obbligazioni e consentendo ai loro prezzi di salire.

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