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Close Look: novembre 2022

one year ago

CLOSE LOOK
Permacrisi: che cosa c’è da sapere?

Un'antica maledizione cinese recita: "Che tu possa vivere in tempi interessanti". All'approssimarsi della fine di un anno caotico, nel quale praticamente non si è mai registrato un attimo di noia, il pieno significato di questa maledizione è diventato più chiaro. Di fatto la parola "permacrisi" è stata scelta come parola del 2022. Essa racchiude le vere e proprie montagne russe di notizie ed eventi che hanno caratterizzato l'anno, spesso lasciando in preda al panico i mercati finanziari. Guardiamo a come si è arrivati a questo stato di caos: la colpa ricade decisamente sull'inflazione incontrollata.

Dopo la Grande Crisi Finanziaria del 2008, le banche centrali intervennero per salvare il sistema finanziario mondiale. I tassi di interesse furono ridotti e fu creata una nuova forma di sostegno finanziario, nota come QE o quantitative easing. Mentre i tassi di interesse venivano mantenuti artificialmente bassi, con l'afflusso di liquidità nel sistema le valutazioni di molte classi di attivo salivano a livelli sempre maggiori. L'inflazione era in ginocchio e gli obiettivi delle banche centrali, di riportare l'inflazione al 2%, sembravano praticamente un’idea fantasiosa.

Successivamente, nel 2020, è arrivata la pandemia di Covid-19, che ha cambiato le carte in tavola sotto molti punti di vista. Mentre i mercati finanziari crollavano, i tassi di interesse toccavano il fondo, spingendosi addirittura sotto lo zero: è stato rilanciato il QE. Questo stimolo monetario senza precedenti è stato seguito da stimoli fiscali o governativi in quantità enormi. Il rimbalzo è stato impressionante. La fiducia è stata ripristinata, conferendo nuovo impulso alla spesa dei consumatori, ma allo stesso tempo sono stati piantati i semi dell'inflazione. Ciò nonostante la Federal Reserve (Fed) aveva inizialmente definito come “transitori” i livelli di inflazione leggermente più elevati, ritardando così l'aumento dei tassi di interesse. 

In ultimo, sui mercati si è diffusa l’incertezza sul fatto che la Fed fosse effettivamente “dietro la curva” dell'inflazione, e il nervosismo ha preso il sopravvento. Si è aperto un periodo che è stato chiamato “della grande volatilità”. Arriviamo così alla primavera del 2022 e all'invasione russa dell'Ucraina. I prezzi dell'energia e delle materie prime, dal grano ai metalli, sono saliti alle stelle e l'inflazione è schizzata a due cifre in molte delle principali economie. I rialzi dei tassi si sono susseguiti rapidamente, ma l'inflazione ha continuato a correre.

La percezione, come sempre, è la chiave dei movimenti di mercato. Solitamente gli eventi che generano incertezza sugli esiti futuri sono all'origine di una percezione negativa e della volatilità dei mercati. Ma dopo un anno di permacrisi, con i mercati azionari ribassisti come caratteristica comune e l'anno peggiore della storia per i titoli di Stato statunitensi, i mercati finanziari prevedono tempi migliori. Mentre i mercati energetici si adattano a un’esistenza senza la Russia e il confronto dell'inflazione annualizzata migliora, è sempre più vicino il punto di svolta delle banche centrali sulla traiettoria dei loro tassi d'interesse. La riduzione dei tassi d'interesse statunitensi dovrebbe consentire al dollaro di indebolirsi, riducendo ulteriormente la pressione sull'inflazione globale. Sebbene non sia mai da escludere l’eventualità che subentrino delle “incognite”, ci sono ragioni per sperare che ora ci attendono tempi in qualche misura “meno interessanti”.

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